Oggi vorremmo discutere dei presupposti che guidano i community events di Amitie.
Come si costruiscono? A chi si rivolgono? Quali obiettivi si pongono?
La campagna di comunicazione Amitie ha come mission un nuovo modello di comunicazione sociale e vuole essere il risultato di una pratica plurale, vedere il coinvolgimento di più soggetti (istituzionali e non) e lavorare affinché i protagonisti siano i cittadini stessi. Costruire, in altre parole, modelli di socialità dal basso, bottom up.
Occorre, innanzitutto, interrogarsi sul concetto di migrazione e capire come tale concetto si traduca nella pratica di ogni giorno. Capire come, a livello individuale e collettivo, ci si rapporta quotidianamente all’altro. gni giorno ci troviamo a interagire con gente, lingue, storie diverse. Anche in un contesto di tolleranza, le distanze restano evidenti.
Prima di capire come abbattere muri e costruire incontri è secondo noi necessario porsi alcune domande: quanto delle mie convinzioni è supportato da esperienze dirette? Quanto, invece, risulta essere viziato da rappresentazioni che altri danno del tema?
Riuscire a scindere le informazioni esperibili direttamente da quelle mediate è senz’altro necessario, un primo passo nella giusta direzione. Potremmo renderci conto di come alcune delle minacce che quotidianamente percepiamo non trovino alcun fondamento nella realtà e siano, piuttosto, il frutto di luoghi comuni alimentati da pregiudizi e molto spesso cavalcati dai media, spinti da fini commerciali più che dalla ricerca della verità.
È naturale, quindi, che gli Amitie community events affondino le loro radici nella convinzione che nulla possa sostituirsi all’esperienza diretta al fine di produrre informazioni utili a orientare il nostro approccio con gli “altri”, che poi sono anche i nostri vicini.
Amitie costruirà gli eventi lavorando giorno per giorno, intercettando quei movimenti che sotterraneamente percorrono il tessuto bolognese, facendo in modo che cittadini italiani e cittadini stranieri s’incontrino fisicamente e producano da sé quella conoscenza necessaria a rendere il mondo un posto migliore in cui vivere. Gli eventi di Amitie si rivolgono (abbracciano) a tutta la città e con essa cercano di creare relazioni, esperienze che contribuiscano a diffondere l’immagine del nuovo vicino non come fonte di timori ma come una risorsa, come un’opportunità per creare un noi nuovo.
Un saggio, guardando da lontano, grida:
“Vedo una belva avvicinarsi!!”
Poco dopo, osservando la medesima figura, esclama:
“Vedo un uomo venirmi incontro!”
Infine, quando l’altro gli è ormai accanto, afferma:
“C’è un fratello con me alla mia mensa!”
(Narrazione Orientale).
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Desideriamo, inoltre, citare www.quattrogatti.info dal quale abbiamo preso a prestito il video pubblicato in calce a questo articolo.