Lo scorso 14 marzo si è svolto, presso la Biblioteca Casa di Khaoula, il sesto incontro del ciclo Percorsi di Cittadinanza della campagna AMITIE.
Abbiamo voluto riflettere insieme ad autorevoli voci del panorama culturale bolognese e ai cittadini fruitori delle proposte culturali della città sul rapporto tra Cultura e Migrazione, tentando di trovare risposta alle domande La migrazione è fonte di sviluppo culturale per le città? Quali politiche culturali promuovono la costruzione del benessere di comunità?
Dopo i saluti di apertura di Michele Righini, responsabile della Biblioteca Casa di Khaoula, hanno aperto i lavori Maria Chiara Patuelli (Osservatorio delle Immigrazioni della Provincia di Bologna) ed Enrica Menarbin (Biblioteca Sala Borsa, Comune di Bologna), illustrando, come ci siamo sempre proposti di fare all’interno dei Percorsi di Cittadinanza, i dati disponibili su Bologna relativi alla tematica oggetto dell’incontro. E’ stata così presentata la ricerca I consumi culturali dei cittadini stranieri, che potete trovare qui), frutto della collaborazione nata tra l’Osservatorio provinciale delle Immigrazioni e la Biblioteca Sala Borsa per comprendere quali sono i bisogni culturali dei cittadini stranieri e come vengono soddisfatti, analizzando la domanda di prodotti culturali e l’offerta disponibile sul territorio.
Dopo la presentazione del Dossier con i risultati della ricerca, ha preso la parola Wu Ming 2, scrittore e docente del Laboratorio di Scrittura Creativa Interculturale organizzato dall’associazione Eks & Tra. Siamo stati condotti alla riflessione sui processi di scrittura meticcia, possibile solo là dove si riesce a rendere meticcio l’autore. Abbandonando l’opzione di una scrittura egotica ed autocelebrativa, il laboratorio si è proposto di lanciare la sfida della ricerca di un punto di vista obliquo, trasversale, affinché il lavoro della scrittura collettiva divenisse una possibilità di creolizzazione, intesa come mescolamento capace di dare vita a risultati imprevedibili… Abbiamo potuto ascoltare in prima persona i prodotti dei gruppi di lavoro formati da questi nuovi autori meticci, di provenienze geografiche, culturali ed esperienziali differentissime tra loro, che ci hanno introdotto nei loro percorsi attraverso la lettura di brani dei racconti frutto del laboratorio. Non volendo rovinarvi il piacere della lettura e la splendida sorpresa della ricchezza di questi racconti, vi rimando alla pagina web dell’associazione dove potrete trovarli tutti (qui) ed assaporare così anche voi l’esperienza del divenire creolo.
E’ stata quindi la volta di Gian Luca Farinelli (Direttore della Fondazione Cineteca di Bologna) che ha cominciato il suo intervento sottolineando come anche il grande cinema sia meticcio. Sin dagli albori di Hollywood, infatti, i migliori contributi cinematografici sono stati prodotti da registi migranti, che hanno saputo comunicare la ricchezza della pluralità. Ha quindi sottolineato l’impegno di Cineteca nel non rinchiudersi, come Istituzione, alle élites bensì di continuare a proporre film che corrispondano alla fertilità del mondo e di farlo uscendo anche dagli spazi canonici della fruizione della cultura. Grande esempio di questo è la proposta di cinema di qualità in Piazza Maggiore, che richiama quotidianamente un pubblico di circa 2000 persone. La potenza di questa proposta risiede anche nella possibilità concreta che offre ai cittadini provenienti dalle più disparate nazionalità di incontrarsi in uno spazio ed un momento comuni, contribuendo, così, alla conoscenza reciproca.
Leyla Dauki, (mediatrice culturale e collaboratrice Progetto AMITIE) ha portato il suo contributo in relazione al progetto provinciale “LIBO’ lingua italiana a Bologna”, relativo all’insegnamento dell’italiano come lingua seconda. I corsi di italiano proposti hanno avuto grande successo anche grazie ai luoghi nei quali sono stati organizzati, ad esempio proprio la Biblioteca Casa di Khaoula. Non dobbiamo infatti dimenticare che la ricchezza e la bellezza di un luogo sono parte fondamentale di un percorso di accoglienza condotto con passione e vera apertura verso lo scambio e la socializzazione trasversale. Le bibliotecche possono inoltre offrire la fruizione di libri nelle lingue madri dei migranti, strumento potente per mantenere il legame con le culture di origine e per arricchire quindi la crescita culturale cosmopolita dei figli dei nuovi cittadini. I processi di partecipazione così avviati possono essere sviluppati sempre più attraverso l’apertura crescente e costante dei luoghi di cultura.
Infine, Blagovesta Guetova, utente della Biblioteca Casa di Khaoula, ha portato la sua testimonianza, raccontandoci come “questa è la nostra biblioteca”. Sua figlia è cresciuta con e nella biblioteca, imparando il valore della fruizione di libri sia nella lingua madre sia in italiano, per potersi costruire un futuro che corrisponda alla pluralità del nostro mondo attuale.
Giulia Giovagnoli – Comune di Bologna, Ufficio cooperazione e diritti umani